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SORAB, IL BAMBINO GIOCATTOLO

“Le donne sono per crescere i figli, i ragazzi sono per il piacere”, recita un detto comune in molte parti dell’Afghanistan.


...la porta si apre, i sandali di cuoio del bambino sono in primo piano, i piedini entrano a ritmo di musica nella stanza, un ritmo cadenzato che fa risuonare le cavigliere piene di campanelli. Sorhab è seguito da due uomini con turbanti e barbe che portano con loro un grosso mangianastri che diffonde una musica sincopata e lui continua ad incedere con rozzi passi di danza. Ha una lunga tunica blu e lo sguardo basso, la testa un po' inclinata su un lato, arrivato al centro della stanza comincia a girare su se stesso a ritmo con le braccine aperte, come un pupazzo a carica; gli uomini hanno poggiato il registratore in terra ed accompagnano i suoi passi battendo le mani a tempo. Anche il suo "padrone" lo fa. La musica diventa più sensuale e Sorhab abbozza un movimento delle piccole mani, un movimento femminile, ruota i polsi come una danzatrice del ventre. Lo sguardo è sempre a terra e non ci sono cambiamenti di espressione, un oggetto, un giocattolo rotto che si ferma solo con la fine della musica per assumere una posizione immobile rassegnata e spezzata...

La scena descritta è contenuta nel film del 2007 "Il cacciatore di aquiloni" diretto da Marc Forster (tratto dall'omonimo romanzo di Khaled Hosseini) in cui si accenna al fenomeno socio-culturale dei Bacha Bazi, i bambini-danzanti o bambini-giocattolo dell'Afghanistan che non esistono solo nell'immaginazione né fanno parte di una oscura tradizione passata ma sono una realtà attuale. Bambini maschi, perlopiù in età pre-puberale che vengono "pagati" da uomini ricchi a famiglie non abbienti, riscattati da orfanotrofi o rapiti in strada per compiacere persone potenti per le quali tutt'ora possedere un bacha bazi (o più di uno) è espressione e conferma di uno status symbol. Una volta nelle mani dei loro "proprietari" i bambini sono educati a danzare per loro (e per i loro amici) spesso vestiti con abiti femminili e truccati da donna per poi soddisfare i loro bisogni sessuali.

Trattare di questo sconvolgente argomento richiama preliminarmente la tematica della pederastia cioè il rapporto amoroso (che comprende quello erotico) tra un uomo adulto e un giovane di età variabile, ma inferiore ai diciotto anni. La pederastia è storicamente a noi vicina: le origini della nostra cultura recano esempi documentati di questa pratica che rendevano l'omosessualità socialmente accettata. Nella Grecia Antica, come a Roma la pederastia rappresentava proprio la chiave di lettura della omosessualità lecita e liberamente praticata. Nel mondo antico avere rapporti con persone dello stesso sesso o di quello opposto non era rilevante: ciò che era importante era il ruolo che si ricopriva nella coppia. La caratteristica dell’uomo, inteso come maschio adulto, era l’essere attivo: attivo in politica, in guerra, nella scienza e nell’erotismo. Il che significava, in poche parole, che l’uomo fosse libero di sentirsi attratto da chiunque, uomo, donna, giovane, schiavo o libero che fosse, purché fosse il dominatore nel rapporto: la società, lungi dal biasimarlo, lo avrebbe anzi guardato con ammirazione per la sua “potenza”. Quando il ragazzo maturava (quando cominciava a spuntargli la barba, secondo le fonti storiche) aveva il diritto di diventare a sua volta attivo nel rapporto di coppia, era, si potrebbe dire, ricollocato a pieno diritto nel consesso sociale ed il suo passato da giovane amante non aveva influenza nella formazione di una sua famiglia magari riproponendo, a sua volta, lo stesso schema con altri giovani. Non c'era stigma sociale per il suo passato.

I Bacha Bazi no, strappati da piccoli dalla loro identità di genere restano marchiati per sempre anche perché avendo fatto parte dei "favoriti" di uomini potenti e conosciuti sono facilmente individuabili. Inoltre sono costretti a restare nell'ombra, a nascondersi per evitare accuse di omosessualità che in Afghanistan è ritenuta tutt'ora un reato punibile in certi casi con la pena di morte.

Vite spezzate, identità irrimediabilmente distrutte. La tradizione secolare rimasta intatta negli anni costringe le vittime ed i loro parenti a sopportare questi soprusi celandosi sotto una pesante coltre di omertà. Sebbene infatti questa tremenda pratica sia una violazione dell'ordinamento giudiziario afghano contraria a tutte le norme della convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e contrario alla stessa shari'a, le autorità locali spesso chiudono un occhio a causa dello strapotere proprio di questi uomini. "La stessa reticenza è però imposta anche a chi potrebbe in realtà denunciare quanto accade, come i soldati americani: un’inchiesta del 2015 del New York Times ha infatti raccontato come anche i superiori americani imponessero ai propri soldati di non raccontare nulla riguardo allo sfruttamento dei propri alleati afghani. «Durante la notte li sentivamo gridare, ma non potevano far nulla. Non ci era permesso» Questo è quanto dichiarato dal padre del caporale Gregory Buckley, morto in Afghanistan nel 2012."

“Le vittime soffrono gravi traumi psicologici “, ha confermato un rapporto della Commissione per i diritti umani in Afghanistan. “Nella mente dei ragazzi – prosegue la relazione – si instaura un sorta di disperazione e un sentimento di ostilità e vendetta, con il rischio che, una volta adulti, diventino a loro volta carnefici ripetendo il ciclo degli abusi”*.

L’indifferenza ha fatto sì che questa forma di brutalità si diffondesse a macchia d’olio in tutto il paese: a dicembre del 2016, la Commissione indipendente per i diritti umani dell’Afghanistan (Aihrc) ha rilevato un aumento significativo dei casi di Bacha Bazi. Solo recentemente l' Hayatullah Amiri, a capo della Aihrc, ha sollecitato il Parlamento afgano affinché prendesse provvedimenti. Per la prima volta, le autorità hanno presentato una proposta di legge che introduce severe sanzioni contro il “Bacha Bazi”. Le pene prevedono dai sette anni di carcere per violenza sessuale fino alla condanna a morte per i “casi gravi”, come gli abusi su di più di un ragazzo.

di

Orietta Giulianelli

Fonti consultate: https://www.frammentirivista.it/lamore-ai-tempi-del.../

*https://www.2duerighe.com/.../99536-bacha-bazi-minorenni...

Ph tratta da 2duerighe.com


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