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Quel pasticciaccio brutto de Emis Killa...

Il Sindaco Grando, fa dietro front sulla scelta del rapper. Perché?


La vicenda è ormai nota ai più. Il Sindaco di Ladispoli Alessandro Grando, decide di regalare alla cittadinanza un capodanno fastoso, sceglie Emis Killa e Gué Pequeno e stanzia ben 345.000 € per la serata.


Sui social è scoppiato il putiferio, con tante accuse, molte strumentali e finalizzate solo a denigrare l'avversario, ma molte altre, puntuali e di buon senso.

Una delle critiche, sostenuta da molti, è stata la poca opportunità nell'ospitare un rapper che in alcuni testi ha baldanzosamente espresso concetti sessisti, violenti, beceri.

Oltre tutto il signore in questione si era già esibito a Ladispoli la scorsa estate ma non si erano sollevate affatto proteste sui suoi testi e sull'opportunità di averlo ingaggiato.

Certo, ora si è sull'onda dell'emozione dovuta ai tragici fatti di Giulia Cecchettin ma, si sa, agire sull'onda delle emozioni non è la cosa più consigliabile, quindi sorprende la scelta di annullare l'esibizione del rapper.


Lo si sapeva anche prima di queste polemiche che Emis Killa aveva nel repertorio quelle canzoni e si era proceduto lo stesso a ingaggiarlo.

E poco conta che molti facciano fatica a comprendere la sua "Arte": ha un suo pubblico, ha i suoi fans, addirittura numerosi.

Mettere in dubbio la validità artistica del duo ingaggiato quindi non ha senso e non c'è alcuno spazio per la discussione, perché chi amministra lo fa su mandato del popolo e ogni scelta che prende è quindi come se la facesse il popolo stesso e in questo caso chi può ergersi a Dio dell'Arte e dire questa è Arte e questa no? Nessuno.


Ecco perché il dietro front è stato un errore.


Un'altra critica fondata sulla ragionevolezza e non sull'odio è stata quella della eccessiva spesa.

Ma è concettualmente sbagliata. Per la Cultura non debbono esserci limiti di spesa!

E se qualcuno, come già detto, mette in dubbio lo spessore culturale del duo rapper, ribadiamo il concetto, che è il volere del popolo e non esiste entità umana o divina che possa arrogarsi il potere di decidere cosa è arte, cosa è cultura e cosa no.

Si può eccepire, come hanno fatto alcuni, sulla scelta di questo tipo di eventi anziché altri, sul fatto che non lascino traccia e che portino ben poco giovamento all'economia locale. Tutto legittimo, ma per avere un'alternativa bisognerà aspettare le prossime elezioni, perché chi sta lì per volere del popolo, ha tutto il diritto di scegliere cosa proporre e cosa no.


Dallo scorso anno il Sindaco Grando ha imboccato la strada del grande evento singolo, in un certo senso inaugurato con il week end del Ladispoli Summer Fest 2022 (Emis Killa con DJ Rain, Gemelli diversi e Zarrillo) per il quale furono spesi 165.000 €, ripetuto questa estate con la spesa salita a € 198.000 sempre e solo per un week end (Aka7even, Elettra Lamborghini e RAF).

Tale scelta, ritenuta valida e conveniente, è stata perciò ribadita anche per questo Natale/capodanno, con uno stanziamento totale di 345.000 € stavolta per un solo evento, quello del concerto di capodanno di due soli artisti il cui cachet era stato quantificato in 200.000€ (oltre alle altre spese del tipo "pernotto" di € 20.000, ecc.).


Il costo è certamente molto alto, specie se si conoscono i cachet ordinari degli artisti e qualcuno, sui social, ha invocato la poca congruenza della cosa.


Concludiamo: Emis Killa andava confermato e per quanto riguarda tutte le altre critiche basterà che l'Amministrazione mostri la rendicontazione delle spese (quella vera, composta di fatture, ricevute, ecc) per spazzare via le obiezioni delle malelingue che sempre sui social si lamentano.

La Pro Loco, sia che organizzi de facto, sia che subappalti a una società privata, deve presentare la rendicontazione dettagliata con fatture, ricevute,ecc., che possa giustificare sino all'ultimo centesimo le spese.

Fatto ciò, nessuno potrà più dire nulla sulle scelte di un'Amministrazione che, ribadiamo, ha tutto il diritto di intendere e proporre l'Arte e la Cultura come meglio crede, senza cedere più alle pressioni mediatiche dei soliti radical chic a orologeria.





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