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Paese che vai, usanza (sinistra) che trovi

Il cemento del vicino è sempre più verde


L’Italia è un Paese davvero singolare, non solo per alcune abitudini del nostro Popolo per le quali siamo a volte ammirati altre sbeffeggiati, ma perché l’Italia contiene mille, diecimila “Italie” diverse, fenomeno che raggiunse il suo apice nell’età comunale, quando anche a pochi chilometri di distanza, ci si odiava, ci si scannava e ci si rinchiudeva entro le mura della propria città.

Arrivò il Risorgimento, poi l’indipendenza, la nascita della Repubblica e finalmente l’unità nazionale. Tutto risolto? Macché!

“Garibaldi mio che hai combinato…” diceva Totò.

Perché dico ciò? Perché nel rileggere una notizia di circa un anno fa, proveniente dai nostri vicini e cugini cerveterani, ho capito che di unito c’è ben poco anzi, siamo ufficialmente il Popolo delle lotte intestine e dell’ipocrisia.

Mi ricordo il fratino. Se avvicinato da sud, da Ladispoli, avrebbe sofferto le pene dell’inferno e sarebbe andato incontro a morte sicura con conseguente estinzione e una pletora di associazioni, gruppi, onlus, bande, nani e ballerine, vegetariani, proletari di tutto il mondo si unirono e scongiurarono la delittuosa intenzione dei sanguinari ladispolani di fare il Jova Party alla Torre. Il fratino tirò un sospiro di sollievo.

Subentrò allora Cerveteri che, situata a nord-est di Cerenova, evidentemente possedeva requisiti geopolitici e ornitologici particolari, tant’è che fece il concerto, più o meno alla stessa distanza dai fratini di quella che avrebbe tenuto Ladispoli e nessuno s’alzò urlando “Deus lo volt”, organizzando crociate più o meno sanguinose contro i cugini cerveterani. Al contrario, un imbarazzante silenzio sulla questione calò dal cielo, tutto a posto, il fratino sta bene, Jovanotti pure.


Fatta la dovuta premessa, sta capitando la stessa cosa per un’altra questione, se vogliamo ancora più importante.

La sinistra insorge, organizza un sit-in, e grida al cielo la propria indignazione perché nel consiglio comunale di lunedì 21 giugno 2021, si voterà il Piano Particolareggiato di edificazione di circa 32.000 metri cubi nella zona Palo-Osteria Nova, presentato dall’Amministrazione Grando.

Naturalmente, giusto il tempo di andarsi a cambiare la maglietta e la stessa pletora del fratino ce la ritroviamo in strada a manifestare, a sostegno della libertà, dell’amore, del fratino, dei colori, dei tramonti, dei sorrisi, del bel tempo…


Ma badate bene, tutto ciò non riguarda la legittima opinione, a favore o contraria, sul piano proposto. Vivaddio non siamo a Cuba, qui si può ancora esprimere il proprio parere.

Il problema è un altro!

La sinistra si scaglia contro Grando il cementificatore, scende in piazza e sbraita dai pulpiti a loro vicini, “orrore”, “scandalo”, “alla forca”!

E allora torno sull’articolo dello scorso anno, ricapitatomi tra le mani oggi.

Al confine tra Ladispoli e Cerveteri, dove sta la caserma, sull’Aurelia, dodici mesi fa il Comune di Cerveteri ha legittimamente (!) approvato il suo Piano Particolareggiato chiamato di “Pian del candeliere” di MEZZO MILIONE DI METRI CUBI di cemento.

Letto bene? Half a million… polmilliona… un demi million… eine halbe million.

Tutto a ridosso di un centro commerciale nuovo, una colata di cemento epocale ma, ribadisco, più che legittima perché votata dalla massima assise cittadina.

E dove stava la sinistra? Organizzò forse sit-in e manifestazioni? S’indignò frapponendo il proprio corpo all’incivile cementificatore, sacrificando la vita per la causa?

No.

“Baraonda” online 28 luglio 2020: “Piano Particolareggiato a Pian del Candeliere, il Pd Cerveteri esprime soddisfazione”.

Il Partito Democratico: grande soddisfazione per quello che si potrà realizzare in termini di posti di lavoro e di nuova viabilità per raggiungere il centro commerciale”.

Voilà.

Viva nani e ballerine.


Marco Milani

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