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La viticoltura eroica

Piccole, grandi realtà: la Val d'Aosta



Al confine più a nord, si trova la più piccola realtà vinicola d'Italia nella più piccola regione: la Val d’Aosta. In un territorio aspro e montuoso, la viticoltura è un profondo atto d’amore per i Valdostani che non si lasciano scoraggiare dalla quotidiana sfida con la montagna. L’ambiente è ricco di avversità ed i vigneti devono adattarsi ad un territorio freddo e poco generoso; ciò nonostante i viticoltori, grazie al senso della tradizione e al duro lavoro, hanno avuto la capacità di leggere il terreno e capire il vitigno per tirar fuori il massimo potenziale, ottimizzando e producendo vini eleganti e di qualità.


Due sono gli elementi naturali caratteristici: il fiume Dora Baltea, che percorrendo la valle da est ad ovest delimita due aree ben distinte, e la presenza di forti escursioni termiche durante la notte, fondamentali per fissare i profumi dell’uva. I vitigni coltivati sono quasi tutti autoctoni e presentano una vitalità elevata anche ad alta quota (fino a 1300 m) dove altre specie non sopravviverebbero o risulterebbero scarsamente produttive. Questa regione eccelle particolarmente in uve a bacca nera come il Petit Rouge, il Fumin, la Premetta e la Vien de Nus.


Una raffinata interpretazione del Fumin viene offerta dalla cantina Les Crêtes Valle d’Aosta, che nel 1993 lo vinifica per la prima volta in purezza rivelando un vino di grande eleganza adatto al lungo affinamento in bottiglia. Il nome, deriva dal color grigio fumo dei suoi acini ricchi di sostanza colorante. Questo vitigno, tradizionalmente utilizzato nei tagli per l’intenso colore, ha rischiato l’estinzione negli anni settanta per poi essere salvato dai Vignerons locali, entrando così a far parte della Doc Valle d’Aosta. A seicento cinquanta metri s.l.m. in un quadro straordinario e poetico, nasce un vino di un color rosso porpora con riflessi violacei che ricordano le venature di un black Iris Louisiana, un fiore che cresce in America Settentrionale. Al naso si esprime con note fruttate di mora e mirtillo, spezie e cuoio. Al palato è caldo ed avvolgente con tannini nobili e sentori di ginepro e liquirizia che persistono sul finale vanigliato. Un vino che sposa perfettamente selvaggina e formaggi di media o lunga stagionatura, perfetto per riscaldare una fredda giornata di Gennaio.


Per quanto riguarda il mondo dei bianchi, lo Chardonnay Cuvée Bois nell’annata 2018 è stato premiato dalla guida Bibenda con i cinque grappoli. Questo vino è frutto della selezione delle migliori uve fermentate e affinate in barrique di rovere francese, precedentemente tostate a fuoco vivo, che conferiscono una particolare aroma finale. Giallo oro brillante, si presenta con un ampio ventaglio olfattivo ed una grande struttura gustativa; note di frutta bianca aprono le danze a sentori secondari di nocciola e spezie. Un lunghissimo finale, elegante, fresco e sapido inebria il palato armoniosamente. Adatto alla grande cucina internazionale, sposa perfettamente piatti a base di pesce ma non solo; carni bianche, foie gras, fondute e formaggi a lunga stagionatura vengono egregiamente “sgrassati” da una freschezza di livello. Quest’azienda persegue la filosofia di una gestione a basso impatto ambientale; la raccolta è esclusivamente manuale ed anche in cantina ogni passaggio produttivo è finalizzato a valorizzare ciò che la natura ha creato. Les Crêtes è la dimostrazione di come una così particolare realtà vinicola ricca di insidie territoriali possa comunque produrre vini nobili e di incantevole eleganza.

La Val d’Aosta non è l’unica piccola regione a produrre grandi vini…





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