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La magia del Cinema

Nel 1978 uscì un film indimenticabile: “Il cacciatore” (“The deer hunter”)


Ci sono film, nella nostra vita, che lasciano il segno, profondo al punto da accompagnarci per tutta l’esistenza, quasi fossero la stella polare a indicarci il cammino e, nel trovarci di fronte a dei bivi che inevitabilmente dobbiamo affrontare, ci aiutano a prendere la scelta giusta.

“Il Cacciatore” (“The deer hunter”) di Michael Cimino, del 1978 è uno di questi film e non solo per la trama toccante, per la fotografia, per il cast stellare o per una sceneggiatura presso che perfetta, ma anche per una serie di perle indimenticabili, scene che rimangono scolpite nella mente e che, se ben decifrate, regalano vere e proprie regole di vita.

Il cast, come detto, è stellare.

Robert De Niro, Meryl Streep, Christopher Walken, John Savage e John Cazale in questo film raggiungono livelli elevatissimi di recitazione (per qualcuno forse mai più raggiunti) tanto da ricevere ben nove candidature all’Oscar, vincendone poi cinque.



La storia è ambientata tra la Pennsylvania e il Vietnam, dove vanno a combattere tre dei cinque amici che lavorano in acciaieria e che hanno come rituale pagano la caccia al cervo, ognuno secondo il modo proprio e che è metafora della vita e di come ogni personaggio la affronta.

Quindi la guerra, ma anche la vita di provincia, l’amicizia, l’amore. Linda (Meryl Streep) è la donna di Nick (Walken), e si sposta a vivere da lui per via di un padre ubriacone e manesco, conscia degli sguardi innamorati di Michael (De Niro).

Questo accade la sera in cui si sposa Steven (Savage), anche lui in partenza per il fronte, e la festa, del matrimonio e della leva, è uno scrigno colmo di diamanti.

La goccia di vino sul vestito della sposa, il tentativo mancato di Michael di baciare Linda, lo sguardo consapevole e benevolo di Nick, il Berretto verde che è al bar e che ha già “assaggiato” la guerra e che beve ripetendo “in culo”, con lo sguardo perso nella tristezza e nella solitudine di un reduce.


Chi ha visto il film ricorderà le scene, chi non lo ha visto (ma è mai possibile che esista qualcuno su questo pianeta a non averlo visto?) non capirà e dovrà correre a vederlo.

Una corsa nella notte e una promessa: “non ti lascerò in Vietnam”, dice il serio e scorbutico Michael a Nick. Poi l’ultimo rito collettivo, l’ultima caccia al cervo prima di partire per la guerra ed è qui che si svolge la scena forse più significativa del film o comunque la battuta più profonda, quella che ha segnato una vita, perché ne è diventata regola.

Stosh (Cazale), come al solito ha dimenticato qualcosa e dice a Michael che prenderà i suoi stivali. È sbadato, inetto, chiassoso e porta sempre con sé un revolver per sembrare un duro, cosa che non è.



“No”, dice Michael. Gli stivali non glieli dà. In un crescendo di insulti e tensione i due si fronteggiano: uno sciocco e superficiale, l’altro serio e metodico.

E qui, la battuta più ermetica e significativa del film: Mike prende un proiettile e tenendolo tra l’indice e il pollice lo mostra a Stosh.

“Vedi questo? – gli domanda – “questo è questo”!

“Questo è questo”. Diamine che colpo di genio. Una filosofia di vita. Questo è questo, non è altro. Ogni cosa ha un suo nome, una funzione, un’utilità, una forma, un significato. Questo è questo perché ogni cosa vada per come deve andare e perché tutto abbia un senso. Andare a caccia (“un colpo solo”, altrimenti non è leale) ha le sue regole, la sua importanza, la sua ritualità e infrangere ogni volta una di esse è sinonimo di stupidità. E Mike odia la stupidità.

Scena magistrale!


Poi il film continua con la guerra, la prigionia, la Roulette Russa (“mao, mao”!), la follia, l’amore ritrovato, la vergogna della infermità e la serenità perduta e che mai tornerà.

Un film che è lezione di vita. “Questo è questo”.

Se qualcuno, specie tra i giovani, non ha ancora visto questo capolavoro, si prenda 182 minuti e li dedichi alla sua visione.

Un’ultima nota, perché ne vale la pena. La canzone che tutti i sei amici cantano nel locale di Welsh, prima della partenza, risuonerà per sempre nelle vostre teste: Frankie Valli e la sua “Can’t take my eyes off of you”.

“Il Cacciatore”, “Un colpo solo”, “questo è questo”, ricordate.


MM

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