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La follia negazionista e la realtà ignorata

Già nel 2005 qualcuno aveva previsto tutto



Sebbene ogni punto di vista sia rispettabile, vi sono i così detti negazionisti che discettano sulla inesistenza del virus, quando farebbero meglio a convogliare le proprie energie su qualcosa di più concreto e soprattutto utile, come la ricerca dei veri responsabili di questa drammatica pandemia.

È stata avanzata anche la possibilità che la diffusione del SARS-COV-2 sia stata volontaria ma, soprattutto in questi ambiti, si deve ragionare con dati certi alla mano e né i negazionisti, tanto meno i complottisti, ne hanno.

Cosa c’è di reale, di concreto allora sul tavolo? C’è molto e questo “molto” smaschera i veri responsabili, politici e amministratori mondiali che, per pigrizia, lassismo o incompetenza hanno ignorato il campanello d’allarme, ovvero un articolo del Dr. Michael T. Osterholm, attualmente Direttore del Centro “for Infectious Disease & Policy” alla Università del Minnesota, scritto quindici anni fa e pubblicato sul numero 4 – volume 84 di luglio/agosto 2005 di Foreign Affairs, dal titolo profetico, cioè “Preparing for the next pandemic” (“Prepararsi alla prossima pandemia”).

Ribadiamo: anno 2005!

E cosa diceva “Bad news Mike”, nomignolo che si è affibbiato da solo, in quell’articolo?

Vediamo.

L’allora Direttore del Centro per la ricerca e la gestione delle malattie infettive – Ufficio affari esteri Usa, raccontava che negli ultimi trecento anni ci sono state dieci pandemie di influenza umana delle quali la più letale fu quella dl 1918-19 che provocò cento milioni di morti. Oggi, che siamo tre volte di più, chiedeva nel 2005, quante vittime provocherebbe?

Ed ecco il passaggio che oggi, a noi, sembra profetico: “Una serie di studi scientifici hanno messo in evidenza che una pandemia è attesa a breve termine. Potrebbe essere causata dal virus H5N1, l'influenza aviaria che recentemente ha coinvolto l'Asia. Non è possibile sapere esattamente quando questa colpirà, o se sarà grave come quella del 1918 o più simile a quelle del 1957 o del 1968. Non si può però prescindere dalla possibilità che un’epidemia possa sopraggiungere nei prossimi anni. Non si possono prevederne gli effetti, ma prepararsi a questo evento è indispensabile, e c'è bisogno di molto lavoro da parte delle istituzioni.

Spiegava che dei tre ceppi di influenza, quella di tipo A infetta e uccide l’uomo ed è l’unica a causare pandemie.

Il passaggio del virus non avviene dagli uccelli selvatici acquatici (vero e proprio serbatoio del virus) all’uomo, ma dai primi agli uccelli domestici come i polli ma anche i maiali e altri mammiferi.

Una volta entrato nelle cellule del polmone di un mammifero, “il virus può subire il "riassortimento genetico" con un virus diverso (per esempio quello dell'influenza umana). Si crea così un nuovo virus, capace di trasferirsi da uomo a uomo. Non essendo mai circolata fino a quel momento, questa versione del virus troverebbe degli ospiti impreparati dal punto di vista immunitario. E questa è la causa di una pandemia.”

E questo è ciò che poi è accaduto con il Sars-Cov-2 sul finire del 2019.

Di malattie ancora oggi letali ce ne sono molte ma “considerate tutte queste fonti di malattia, perché un'unica pandemia influenzale dovrebbe meritare questa particolare attenzione? Prima di tutto, perché di fronte a più di 1500 microbi conosciuti come causa di malattia, l'influenza rimane comunque la regina in termini di mortalità. Anche in un anno in cui circolano solo i comuni ceppi virali dell'influenza, si stima che la mortalità sia comunque di circa 1-1,5 milioni di persone in tutto il mondo. In una pandemia della durata di 12-36 mesi il numero di casi di morte aumenterebbe in modo drammatico.”

Sembra avesse la sfera di cristallo. O forse era ed è semplicemente competente.

Ma c’è di più. Dopo aver spiegato il fenomeno della “tempesta di citochine” aggiungeva che tale virus, andava a danneggiare i polmoni aggiungendosi ad altre patologie, determinando così la morte quasi certa del paziente.

E ribadiva che non eravamo pronti a livello mondiale per affrontare una tale sciagura, non solo in campo medico.

L'arrivo di una pandemia influenzale cambierebbe il mondo nel giro di una notte. Un vaccino non sarebbe pronto prima di qualche mese e ci sarebbero scarse riserve di farmaci antivirali. In più solo le zone più ricche del pianeta avrebbero accesso ai vaccini. I commerci e gli spostamenti sarebbero ridotti o addirittura sospesi per evitare il diffondersi del virus tra i paesi, anche se probabilmente questo tentativo fallirebbe a causa dell'alta infettività del virus e degli scambi illegali tra confinanti. Anche il trasporto di beni di prima necessità come il cibo potrebbero essere sospesi: le economie regionali, nazionali e globali subirebbero un tracollo, qualcosa che non è mai successo nei casi dell'Hiv, della malaria e della Tbc, nonostante il loro impatto devastante nel mondo.”

Non si dica perciò che l’umanità non era stata avvertita.

Ma oltre agli effetti del virus il profetico Dottor Osterholm, ne aveva indovinato pure l’origine, facendo un paragone con la SARS del 2003, dicendo che “Sembra che il virus abbia contagiato l'uomo nel momento di passaggio da animali infetti venduti e macellati in condizioni di igiene insufficiente in Cina”.

Cioè, come si direbbe oggi, aveva spoilerato alla grande!

Ma allo stesso tempo si chiedeva cosa si potesse fare per non farsi cogliere di sorpresa e la risposta la dava lui stesso: “Che cosa può fare il mondo industrializzato per prepararsi alla prossima pandemia? La risposta è semplice: molto. Attualmente l'Oms ha sviluppato dei piani di preparazione contro la pandemia che verrà. Il dipartimento di Sanità degli US ha potenziato ad esempio la ricerca per la produzione di un nuovo vaccino. Ma un piano di questo tipo deve necessariamente coinvolgere tutte le figure chiave della comunità. E’ necessario coordinare medici, produttori farmaceutici, trasportatori, responsabili del settore alimentare. Sul piano governativo sono coinvolti la sanità pubblica, la giustizia e le forze dell'ordine a livello locale, statale e federale.”

Evidentemente non lo hanno ascoltato e, ironia della sorte, se lo era posto lui stesso il problema del come prepararsi a tre eventualità: “Per completare la questione, tutti i piani a livello locale, nazionale e internazionale dovrebbero prendere in considerazione 3 scenari possibili: cosa succederebbe se la pandemia iniziasse stanotte? E se iniziasse tra un anno? E se fossimo tanto fortunati da avere 10 anni per prepararci? Tutte e tre le possibilità sono probabili, ma nessuna di queste è certa.”

Fortunati lo siamo stati, ne abbiamo avuti quindici di anni per prepararci, il problema è che non è stato fatto nulla!

E il vaccino? “Il vaccino non avrebbe nessun effetto prima di un mese e avrebbe anche un limitato effetto durante i successivi 12-18 mesi dall'inizio della pandemia.”

Quindi, negazionisti e complottisti, dovrebbero convogliare le loro energie non contro i mulini a vento ma farebbero meglio a puntare il dito contro chi sapeva e non ha agito, contro chi poteva e non ha fatto, in buona fede o scientemente.

Si sapeva già tutto, nel 2005, il Dr Michael T. Osterholm aveva avvertito le autorità mondiali, aveva previsto la carenza di sale di terapia intensiva eppure il SARS-COV-2 ci ha colti impreparati.

I responsabili sono perciò i governanti, tutti, che hanno guidato il mondo in questi ultimi tre lustri, e soprattutto quelli che contavano davvero, a partire dagli americani troppo impegnati a fare le guerre e a vincere premi Nobel, i cinesi con il loro comunismo di carta pesta e via via tutti gli altri.

E si sa, i grandi vengono sempre emulati dai più piccoli e così è stato fatto anche in Italia dove, passata la prima ondata, si è lasciato passare mesi senza prender provvedimenti ed ora, con la recrudescenza del virus, siamo di nuovo nei guai, seri.

Addirittura si parla di terza ondata.

In fondo, anche l’accidia dei governanti è un virus, per il quale non si è ancora trovato un vaccino.


Marco Milani


Ecco il link dell’articolo originale

https://www.foreignaffairs.com/articles/2005-07-01/preparing-next-pandemic


E quello ripreso da Epicentro in italiano

https://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/pdf/Prossima_Pandemia.pdf

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