Il "Granato", superbo prodotto italico come tutto il Teroldego
“Siamo agricoltori liberi, uniti nel rispetto della terra e della sua fertilità. Lavoriamo con passione per far crescere una pianta che mantenga la sua spontaneità espressiva. […] Contribuire all’armonia tra uomo e natura è il nostro fine ultimo.” Queste le parole di Elisabetta Foradori, “ la signora del Trentino”, che prende le redini dell’azienda di famiglia nel 1984, dopo aver terminato gli studi enologici. Cresciuta a Mezzolombardo, in provincia di Trento, Elisabetta è una fiera paladina del vitigno Teroldego e dunque della propria terra. Quest’uva, varietà autoctona più antica della zona, contava inizialmente solo un consumo locale. La giovane enologa intuisce allora l’importanza di divulgare i suoi vini oltre i confini regionali e decide così di raccogliere sole uve di vigne antichissime. Insieme al compagno Rainer Zierock realizza Granato, un rosso sontuoso prodotto da uve Teroldego in purezza, cercando di valorizzare la personalità territoriale e restituendo un carattere sincero e genuino. Il risultato è stato quello di ottenere un prodotto dalle caratteristiche minerali, floreali e speziate mescolate perfettamente fra loro. Questo vino, che esordisce nel 1986, diventa già negli anni novanta l’etichetta vincente delle Dolomiti grazie anche alla fermezza con cui Elisabetta lo divulga viaggiando. Dal 2002 l’azienda si converte ad un’agricoltura biodinamica, mettendo così in contatto l’anima dell’agricoltore con il terreno. Ciò si riflette chiaramente sulla qualità dei prodotti. Con circa ventotto ettari vitati, fra il Campo Rotaliano e le colline di Cognola, l’azienda Foradori fa parte di un gruppo di viticoltori chiamati i “Dolomitici” uniti dallo spirito pionieristico della biodinamica e, dal 2007, è inoltre socia di VinNatur, che racchiude oltre centosettanta viticoltori naturali provenienti da nove nazioni diverse.
In degustazione, la bottiglia iconica della cantina nonché una fra le prime produzioni: Granato, vigneti delle Dolomiti Igt del 2017.
Le uve vengono fermentate con lieviti indigeni in grandi tini aperti per poi fare affinamento in botti per quindici mesi. Il terreno di origine alluvionale, con ghiaia e ciottoli, conferisce un carattere sapido e minerale. Alla vista si annuncia di un color rosso rubino intenso dai flash porpora che ricorda l’amarena Fabbri; al naso, di rara eleganza, gioca tra note fruttate di ribes e ciliegia, sentori di fiori freschi e viola impreziositi da tocchi più speziati e tostati. Il sorso è ampio e molto persistente, i tannini sono nobili e in equilibrio con una sapida mineralità che ne esalta la beva. Questo Granato sposa meravigliosamente secondi di carne rossa, grigliate o brasati ma anche formaggi stagionati o pasta al ragù.
Una viticoltura sana consente alla pianta di esprimersi al meglio ed il risultato sarà espressione ed autenticità. La qualità del vino si manifesta nella vitalità del prodotto e nel suo piacevolissimo sorso. Aziende di questo calibrosottolineano quanto è importante salvaguardare i vitigni più antichi e soprattutto autoctoni per poter esprimere concretamente la vasta offerta e l’eccellente qualità Italiana. Buona degustazione!
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