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Il sindaco Grando ritira le deleghe al cons. Ardita

Il comportamento del consigliere troppo individualista, alla base della decisione


La notizia era nell’aria, le ultime uscite sulla stampa di Ardita, erano suonate come una dichiarazione di guerra, di uno contro tutti e il Sindaco Grando ha fatto la sua scelta: ha ritirato al consigliere di FdI la delega per i diritti dei pendolari e per i rapporti con Trenitalia e quella per i rapporti con le società calcistiche.

Bisogna anche ricordare l’episodio avvenuto nell’ultimo Consiglio Comunale quando Ardita si è visto annullare una mozione dal primo cittadino per palesi carenze tecniche dell’istanza e per protesta ha abbandonato l’aula assieme a Cavaliere, facendo mancare il numero legale e sospendere la sessione. Un gesto, a detta dei più, gravissimo.

Nei partiti di una volta si sarebbe proceduto con l’espulsione.

Ma i tempi cambiano.



L’eccentrico consigliere (facendo storcere il naso a molti dei suoi fan) ha scelto quale pulpito per le sue esternazioni proprio quei giornali che, notoriamente, non sono proprio amici dell’Amministrazione Grando e come suo costume, invece di onorare il suo ruolo di consigliere (e fino a poche ore fa anche di delegato) utilizzando i canali canonici ufficiali mettendo nero su bianco, preferisce la stampa per parlare urbi et orbi.

Ma, ci chiede un lettore, come mai il consigliere Ardita rivendica come merito suo tutto ciò che ha riguardato le strutture calcistiche, mentre per il grave incidente avvenuto settimane fa nel campo di San Nicola accusa gli altri?

Cos’è, la delega la sbandiera per attribuirsi il merito dei successi, e laddove avrebbe dovuto segnalare per iscritto eventuali carenze e non l’ha fatto, la delega non vale più?

“Delega ai rapporti con le società calcistiche”, la specifica parla chiaro e, abbiamo verificato, non esiste alcuna comunicazione scritta da parte del consigliere, per nessuna questione.

Abbiamo invece trovato un paio di interviste interessanti, sempre di Ardita, nelle quali dichiarava la sua supervisione sia sui lavori dell'"Angelo Sale" che sulla gara d'appalto per il "Lombardi" (rivelando persino dettagli sulle società partecipanti).

Ma se il delegato era lui, perché ora incolpa gli altri?

Troppo facile evitare le responsabilità non scrivendo e non firmando mai nulla e poi rilasciare interviste dicendo “abbiamo realizzato, abbiamo fatto...”.

Terzobinario, 5 dicembre 2018: “sono consapevole afferma subito il guerriero della destra che oltre all’onore della delega sul calcio vi è l’onere di seguire numerose problematiche legate alle due società e ai due impianti”.

E ancora: “Oggi sono consapevole che la delega riconosciutami dal sindaco mi impegnerà sulla squadra la società di Calcio di Marina S.Nicola, conosco molto bene anche Aurelio Nicolini e per migliorare questa struttura ascolterò i consigli di chi da più di 40 anni conosce il calcio locale tra i quali mister Alfredo Ciapetti”.

Il solito lettore si chiede: se il delegato era ed è lui, con chi se la deve pigliare se non con sé stesso?

Già. A che serve la delega se, da allora, non ha formalizzato neanche una, che sia una, comunicazione?

SL

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