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I campioni dietro le quinte

Il Maestro Emanuele Di Giosaffatte


Il mondo dello sport affascina, entusiasma e stimola creando spirito di emulazione, attirando l’interesse di simpatizzanti e di tifosi, di appassionati sportivi e di atleti praticanti; ma come sempre accade, dietro ad ogni attore protagonista c’è una equipe di attori e di comparse certamente non meno importanti, per il frontman di una band ci sono i suoi fondamentali musicisti, tecnici del suono e delle luci e così anche nello sport ogni successo, ogni trofeo ed ogni medaglia - sia essa singola o di squadra - nasconde gli sforzi di uno staff di allenatori, preparatori e di addetti ai lavori che “dietro le quinte” contribuisce in maniera determinante al raggiungimento degli obiettivi di tutto il team. E così per questa nuova “puntata” di sport abbiamo il piacere di ospitare in esclusiva per Più News il Maestro di scherma Emanuele Di Giosaffatte. Maestro, anzitutto grazie per essere qui; di cosa parliamo oggi ?

“Grazie a voi per avermi ospitato in questo spazio che seguo sempre con grande passione; oggi parliamo di scherma, ovviamente.. il mio mondo ! (sorride, ndr). Ormai è da oltre trent’anni che metto la mia esperienza al servizio dell’insegnamento; guidare l’atleta nel tiro di una “stoccata” - chiamata anche “botta dritta”, eseguendo l’allungamento del braccio in avanti fino a colpire il bersaglio - o nello schivare un colpo compiendo una “parata”, è qualcosa di veramente meraviglioso, proprio come questo bellissimo sport”.

Maestro, Lei ha alle spalle una lunghissima carriera.. ci racconti…

“Dal 1989 sono Tecnico Federale di scherma; in passato sono stato Presidente di una Società sportiva sempre nell’ambito di questa disciplina ed allenatore della Nazionale Italiana Scherma Under 21 ed Assoluta. Ho preso parte alle Olimpiadi, agli Europei ed ai Mondiali.. collezionando successi, felicità e gioie ma vivendo anche pianti e delusioni; fanno anch’esse parte di questo universo sportivo”.

E riguardo il suo approccio al mondo della disabilità sportiva cosa ci può dire ?

“Dopo aver collezionato le mie esperienze, aver imparato dal mio vissuto ed essere ormai certo che il mio bagaglio fosse completo così, mi capitò di “inciampare” in un mondo sconosciuto; quello dei cosiddetti “disabili” o “non abili”; incontrai Andrea Pellegrini (che a Ladispoli conoscete già alla perfezione) ed iniziò così la mia nuova appassionante avventura. Con l’ausilio del Maestro Carmine Autullo, anche lui istituzione e simbolo della Scherma a Ladispoli e non solo, iniziarono gli allenamenti. Eravamo privi di attrezzatura; adoperavamo semplicemente due sedie durante le nostre lezioni. Successivamente entrarono a far parte della nostra squadra altri atleti, come Serafini, Cherubini, Leodori ed iniziammo così a cullare il sogno di poter partecipare alle prime gare ed ai Campionati nazionali. Al nostro esordio nel Campionato di Acireale ricordo che vincemmo tante medaglie, mi sfugge addirittura il numero per quante furono.. Prendemmo parte poi agli Europei a Torino per la qualificazione alle Paralimpiadi a Rio de Janeiro ed Andrea si qualificò tra mille peripezie e difficoltà”. Un bellissimo ricordo ancora vivo; esordio di nuovi successi nel mondo paralimpico. Altri aneddoti da raccontare ?

“Beh molti altri… Un giorno, ad esempio, arriva nella nostra sala un bel ragazzo un po’ in carne.. con uno sguardo pronto e l’attitudine di chi è smanioso di apprendere; si tratta di Edoardo Giordan, anche lui ben noto a livello locale in questa città, oggi terzo nel ranking mondiale paralimpico, recentemente qualificatosi per le prossime olimpiadi di Tokyo. Il suo esordio fu con l’oro a squadre nei mondiali del 2017 e nell’Europeo dell’anno successivo, in coppia proprio con l’amico Andrea”.


Attualmente cosa fa il Maestro Emanuele Di Giosaffatte ?


“Al momento proseguo la mia collaborazione con Andrea Pellegrini, cui devo veramente molto per aver creduto in me come supporto tecnico ed allenatore; Andrea tramite la Fondazione Santa Lucia segue tra grandi sforzi ed ammirabili sacrifici la Polisportiva Giovani e Tenaci, nella quale lo coadiuvo a mia volta nelle attività all’interno di un fantastico gruppo di allenamento. Anzi colgo l’occasione per menzionare Singh, Manuela Lanari, Karin Mizzi, Francesco Calvelli, Michela Pierini e Francesco Spiniello, i nostri fantastici atleti… Permettetemi anche di congedarmi da voi porgendo un sentito ringraziamento alla città di Ladispoli, della quale mi sento ormai cittadino adottivo; una collettività con una grande sensibilità sociale che raramente ho riscontrato in altri ambiti. Sono veramente orgoglioso di far parte di quella che sento dal profondo del cuore essere la mia seconda casa”.


Caro Maestro, siamo noi a sentirci in debito per il lustro, gli sforzi e l’esperienza che porta al servizio dei nostri giovani sportivi; una città moderna ed attenta alle esigenze di tutti ha bisogno anche di persone come Lei.


E dalle quinte dello sport paralimpico di Ladispoli, per oggi è tutto.


Gianfranco Ricella

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