Crisi anomala. Italia Viva esce ma voterà sì a tutto, Conte però non li vuole nella squadra
La crisi di governo è ufficialmente aperta.
Renzi e la sua creatura, Italia Viva, ha staccato la spina al Governo ed ha imposto ai suoi due ministri le dimissioni.
A parte l’anomalia che sia la Bellanova che la Bonetti non hanno proferito parola (e hanno dovuto in fretta e furia redigere una lettera per far notare la loro presenza), lascia perplessi quanto detto in conferenza stampa dal leader toscano.
Dunque, ricapitoliamo: Italia Viva esce dal governo ma continuerà a votare sì ai provvedimenti di Conte, ma Mattarella ha già fatto sapere che non vuole maggioranze risicate, mentre il Giuseppi nazionale ha dichiarato che qualsiasi governo uscirà fuori, escluderà la presenza di Italia Viva.
Quest’ultima affermazione comporterebbe perciò nuove alleanze, andando a pescare a destra ma non troppo che, tradotto, significa Forza Italia e i suoi satelliti (Toti, ecc).
Ammesso che Berlusconi accetti (perché ha un patto con Meloni e Salvini) sarebbero forse risolti i problemi numerici ma di certo non quelli di una stabile governabilità del Paese, dal momento che soprattutto in economia e in fatto di sicurezza litigherebbero sin dal primo giorno. E poi, ai cinque stelle andrebbe bene governare con uno dei loro nemici della prima ora?
Di certo si riproporrebbe il così detto mercato delle vacche ovvero il tentativo, in cambio di chissà cosa, di convincere qualche senatore a saltare il fosso, aderire alla maggioranza e garantire la supremazia numerica.
È un cane che si morde la coda.
Il tutto, è bene ricordarlo, in piena emergenza Covid, emergenza che sembra verrà prolungata a ore, sino a fine aprile. Anche qui ci sarebbe da opinare sul fatto che si poteva considerare emergenza la prima ondata, ma adesso, dopo aver passato l’estate al mare invece che preparare il paese alla seconda ondata, che emergenza è?
L’emergenza, spiega la Treccani, è l’atto dell’emergere, è una circostanza imprevista, ma della seconda e terza ondata lo sapevano tutti fin da marzo.
Quindi la crisi arriva nel pieno del coprifuoco e di una vita in cui vige una sorta di legge marziale, anch’essa strana, fatta di tante regole e ben pochi controlli.
Il momento topico quindi prevedrebbe e consiglierebbe decisioni forti, nette per garantire un governo stabile, serio, compatto e di certo tutto ciò non può garantirlo Conte, qualunque coniglio riuscirà a tirar fuori dal cilindro.
Fatti i conti e tirate le somme di soluzione ce ne è una sola: le elezioni.
Una maggioranza forte c’è, esiste, lo sanno tutti, lo sa anche Mattarella.
Si comporti quindi da Capo dello Stato e indica le elezioni e se proprio non vuole farlo (chissà mai perché dal momento che nei prossimi mesi si voterà in mezza Europa) avvii le consultazioni e, una volta accertata l’esistenza di una probabile maggioranza, affidi l’incarico di formare un Governo alla destra.
Solo così il Paese si salverà, non certo con l’attuale compagine o con una fotocopia di se stessa.
MM
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