L’Ipocrisia della sinistra – parte seconda (come il Padrino…) - Palamara scoperchia il vaso di Pandora
“Pensavo che piovesse, ma non che grandinasse” potrebbe dire qualcuno dopo le rivelazioni shock di Palamara, contenute nel libro “Il sistema”, che regalano un quadro impressionante di come era ed è la magistratura italiana. Una “Cupola” l’ha definita il giornalista Porro, al servizio di un partito, quello comunista, che ha potuto così gestire la Giustizia a proprio piacimento, perseguendo, accusando, giudicando i propri avversari, incarcerandoli e in alcuni casi portandoli al suicidio.
Torna beffardamente alla mente la tanto sventolata “superiorità morale” che ci hanno propinato per decenni, imposta per meglio dire, non si sa bene con quale diritto.
Nessuno a Sinistra si indigna, nessuno alza le mani e si arrende sussurrando “c’hanno beccato”, nessuno. Per decenni non hanno agito e giudicato in nome della Giustizia, della Democrazia, della Libertà, spacciandosi per Liberatori, per i buoni, per quelli che lottano per i derelitti e per il popolo, ma hanno agito da corrotti e hanno deciso i destini politici del nostro Paese, segando chi non era di loro gradimento, sbattendo in prigione o al confino i magistrati onesti che tentavano di fare il loro lavoro con onestà e disciplina e quindi non funzionali al sistema.
“Decidiamo noi chi va avanti e chi no” dice Palamara circa le carriere in Magistratura, “avevamo i nostri obiettivi da colpire e abbattere, come Berlusconi” confessa, “Chi non si allineava o magari indagava sulla sinistra, veniva cancellato, distrutto”.
Altro che “1984” di Orwell!
Tutto ciò è di una gravità inaudita, è da cospirazione e sovversione dell’ordine democratico nazionale da chi ha dapprima sposato la causa comunista, giustificando stragi, genocidi, repressioni e poi, accantonati falce&martello si sono ripuliti solo in superficie, rimanendo marci dentro.
Sì, marci, il comunismo non ammette opposizioni, e se ce ne sono vanno spazzate via senza pietà, grazie all’aiuto formidabile di una certa stampa, al soldo del partito, con giornalisti in doppio petto che pontificano sui valori della solidarietà, della libertà, dell’onestà e sono invece la manovalanza di una ideologia devastante, sanguinosa, senza pietà. Giornalisti che lavorano con cieca ostinazione, dal grande giornale nazionale al piccolo notiziario online di provincia, che mistificano, barano, puntano il dito, mettono alla gogna, gettano fango sugli avversari, sono complici di un sistema che nel mondo è stato adottato da altri criminali sanguinari che rispondono al nome di Fidel Castro, Pol Pot, Mao, solo per citare i più famosi.
Le parole di Palamara ci rendono un quadro avvilente che conducono però ad una considerazione molto, molto seria: è tutto marcio, tutto da rifare, decenni di giustizia corrotta, migliaia di processi taroccati, centinaia di migliaia di persone fatte passare per le forche caudine non perché colpevoli ma perché politicamente distanti.
Tutto è stato falsato, viviamo in una società marcia, cresciuta all’ombra di una resistenza sopravvalutata e faziosa, che combatté e liberò il Paese dai nazi-fascisti, non per amor di Patria, non per la Libertà, ma per imporre una ideologia comunista con l’aiuto dell’Unione Sovietica e portare l’Italia oltre la cortina di ferro. L’abbiamo rischiata grossa e bisogna ringraziare la Democrazia Cristiana che per tutto il dopoguerra ha impedito alle orde dei comunisti di trascinare il nostro Paese alla disperazione, costringendo milioni di Italiani a turarsi il naso e votare DC per sbarrare l’ingresso a Roma dei comunisti. Tale scelta è costata molto al Paese, perché interi settori come Scuola e Cultura sono stati lasciati in mano ai discepoli di Stalin, che hanno potuto continuare a far crescere erba velenosa, gramigna infetta, in grado di moltiplicarsi e di spandersi in ogni ambito della società.
In tutti i campi, persino Calciopoli, che vide come promotori della persecuzione alla Juve, Prodi, Melandri, Magistrtaura Democratica, Palamara, ecc.
Ma la cosa ancora più grave è che questo “colpo di Stato” lento e metodico sta passando sotto silenzio tra Covid e crisi del governo.
Ci siamo assuefatti a tutto, persino a una Giustizia malata. Non è un buon segno!
MM
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