Alex Zanardi
Per il nostro ormai consueto appuntamento con l’universo sportivo nella disabilità, il personaggio del quale approfondiremo origini, storia ed importanza per il movimento paralimpico è Alex Zanardi. Alessandro Zanardi nasce a Bologna il 23 ottobre 1966, sviluppando la sua grande passione per i motori nella vicina Castel Maggiore, dove si trasferisce con la famiglia fin dalla giovanissima età. La sua carriera sportiva ebbe inizio a soli 14 anni, quando il padre gli regalò il suo primo kart, esordendo in una gara sponsorizzata dalla Pubblica assistenza nel 1980; dopo aver affinato la tecnica di guida (il suo soprannome era Il Parigino, proprio per la sua grande padronanza del mezzo, ndr) nel 1982 si iscrisse al campionato nazionale nella categoria 100cc e nel 1985 si laureò campione italiano ripetendosi anche nel 1988. Proprio in quell’anno esordì in F3 con la Alfa Romeo per poi approdare in Formula 3000 3 anni più tardi. Dopo aver magistralmente disputato il Gran Premio del Belgio, il 25 agosto 1991, venne contattato da Eddie Jordan per fare il grande salto in Formula 1, passando successivamente alla Minardi (1992) ed alla Lotus (1993). Dopo una parentesi Americana tra il 1995 ed il 1998, tornò in pista F1 con la Williams nel 1999 ma senza grandi risultati; dunque il richiamo del suo primo amore lo fece tornare nella Cart con il team di Mo Nunn. Alex si presentò in gara Champ Car all’EuroSpeedway Lausitz, circuito automobilistico Tedesco, determinato da grande desiderio di rivalsa; il 15 settembre 2001, a 15 giri dalla fine della gara, tolse il limitatore di giri del suo veicolo perdendo il controllo della vettura a causa di olio sulla pista per di più bagnata dalla pioggia. Dopo essere riuscito a riprendere la macchina dal testacoda e ad evitare l’impatto con Patrick Carpentier, sopraggiunse a fortissima velocità l’incolpevole Alex Tagliani che impattò violentemente il mezzo guidato da Zanardi. Le condizioni del campione bolognese apparvero subito disperate e lo scontro gli costò l’amputazione di entrambi gli arti inferiori. Dopo sei settimane di ricovero, 15 interventi chirurgici e ben 7 arresti cardiaci Alex lasciò l'ospedale per cominciare il processo di riabilitazione, nel quale ebbe un ruolo fondamentale Claudio Costa, medico del Motomondiale. Nel dicembre dello stesso anno si presentò alla premiazione dei Caschi d'oro promossa dalla rivista Autosprint e durante l’evento si alzò dalla sedia a rotelle, suscitando una grande emozione tra tutte le persone presenti. Fu quello l’ennesimo riavvicinamento alle corse e proprio in categoria Cart nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima era stato vittima del terribile incidente, per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata; così nel 2005 tornò a correre aggiudicandosi la vittoria del Gran Premio di Germania a bordo di una BMW 320si WTCC.
“Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà del corpo che era rimasta, non quella che avevo perso”.
Apprezzato sia come atleta sia come persona per l'atteggiamento positivo verso la vita e le sue avversità, dopo l'incidente Alex Zanardi ha cominciato una seconda vita prendendo parte a diverse manifestazioni per atleti disabili intraprendendo, parallelamente all’impegno automobilistico, la sua nuova carriera sportiva nell’handbike categoria H4 e H5. Questo particolare tipo di velocipede, grazie ad apposite manovelle, sfrutta la forza delle braccia per muoversi su tre ruote. Dal 2007 questa è la nuova passione del campione emiliano, che dopo i primi sorprendenti risultati vince nel 2011 la Maratona di New York scrivendo il nuovo record nella categoria ed ancora nel 2012 a Roma segna una nuova vittoria ed un nuovo record; nel 2016 prende parte alle paralimpiadi di Londra e di Rio conquistando la medaglia d’oro. L’ultima sfida riguarda un progetto di promozione dello sport per disabili; grazie all’aiuto di alcuni sponsor Zanardi ha infatti creato Obiettivo 3, dedicato proprio alla diffusione dell’handbike, in particolare tra i giovani. Ma il 19 giugno del 2020 alle ore 17.05, la vita di Alex “Iron” Zanardi è destinata a cambiare ancora una volta; nel corso di una gara dimostrativa un Tir colpisce il campione che riporta danni distruttivi al cranio e al volto. Dato oramai per spacciato, dopo delicatissimi interventi neurochirurgici ed un lungo processo riabilitativo, oggi ha recuperato la percezione sensoriale mostrando grandi progressi; ha cominciato a muovere il pollice in gesto di vittoria, riconosciuto i suoi cari, stretto la mano alla consorte, riacquistato l'uso della parola comunicando anche verbalmente con la sua famiglia. Lentamente intravede la luce in fondo al tunnel, anche se il percorso sarà ancora lungo ed impegnativo; ma mi raccomando Alex, ti aspettiamo pronunciare nuovamente le tue parole preferite : “La sfida era solo con me stesso, ma se il mio esempio è servito a dare fiducia a qualcun altro, allora tanto meglio” !
Gianfranco Ricella
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